fbpx

Il miglioramento della struttura organizzativa delle aziende rappresenta una delle questioni più significative, dibattute e studiate dall’attuale Economia e Gestione d’impresa, nonché dalla Psicologia delle Organizzazioni. I rapidi e sostanziali cambiamenti dell’ambiente esterno, determinati da fenomeni come la globalizzazione dei mercati e il continuo sviluppo di nuove tecnologie, hanno condotto ad una trasformazione delle variabili che condizionano considerevolmente la competitività delle aziende.

Ma quali sono queste variabili?

Nel processo di creazione del valore aziendale un ruolo essenziale va attribuito alla corretta gestione delle risorse meno visibili: brevetti, marchi, licenze, ma anche risorse soft, come le competenze professionali e manageriali, la soddisfazione dei clienti, la creazione di una solida rete di collaborazioni, le procedure adottate e tutto quanto si lega inevitabilmente al patrimonio di conoscenza di cui l’azienda dispone. Negli ultimi anni si è diffusa maggiormente l’idea dell’azienda come “entità ed intelligenza distribuita”: apprendere allo scopo di ampliare il bagaglio di conoscenze (personali e condivise) e, al contempo, viaggiare verso un vantaggio competitivo sostenibile nel lungo termine. Lo sviluppo delle tecnologie della comunicazione amplifica oggi ulteriormente l’opportunità di valorizzare le conoscenze individuali acquisite e di trasformarle in risorsa collettiva spendibile nella quotidianità da tutta l’organizzazione. I parametri sui quali focalizzarsi non sono unicamente i livelli di conoscenze raggiunti e la capacità di una puntuale condivisione e diffusione di informazioni, ma soprattutto l’investimento invisibile nei confronti dei soggetti che le acquisiscono, trasformano e utilizzano: le risorse umane aziendali.

Ogni aspetto dell’attività di un’azienda è determinato dalla competenza, dalla motivazione e dall’efficienza generale della sua organizzazione umana

(Likert, R. (1967) The Human Organization: Its Management and Values)

Puntare l’attenzione sulle persone che compongono l’azienda induce quest’ultima a fondare le strategie di medio-lungo termine su un processo di miglioramento continuo, piuttosto che unicamente sui bisogni da soddisfare nel qui ed ora. Partendo dall’analisi delle proprie capacità e focalizzandosi sulla crescita del personale, si pone attenzione ad una costruzione globale basata su certezze, investimenti nella formazione, implementazione di competenze specifiche (operative, comunicative, individuali) del proprio personale.

Il successo di un’impresa si fonda oggi su expertise sviluppate in maniera superiore rispetto a quelle dei concorrenti. Le risorse umane costituiscono un core difficilmente imitabile: la conoscenza e il mettersi in gioco a 360°, uniti alla motivazione, generano un “marchio di fabbrica” distintivo, declinato in ogni azienda in base alla propria cultura organizzativa. Questi presupposti, per durare nel tempo, devono essere curati e quanto più diffusi e condivisi, attraverso il coinvolgimento flessibile di tutto il personale e di tutte le funzioni organizzative. Per questo è fondamentale che l’investimento aziendale coinvolga attivamente le persone e promuova interazioni flessibili a tutti i livelli: le commistioni e i confronti orizzontali e verticali sono in grado di generare scambi virtuosi e la possibilità di agire su problemi contingenti confrontando diversi punti di vista (focus group).

In questo panorama, la variabile economica critica per le aziende diventa quindi la risorsa umana che, a differenza delle risorse materiali e finanziarie, più probabilmente comuni ai concorrenti in termini di qualità e quantità, rappresenta una potenzialità unica e ineguagliabile.

Dott.ssa Sonia Vicari