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Nelle nostre scuole sempre di più troviamo classi multietniche, spesso con bambini provenienti da più Paesi, diversi per religione e cultura, e ci aspettiamo che questo incontro possa avvenire nella salvaguardia delle rispettive identità sociali.

I bambini iniziano a definire la propria identità tra i 5 e gli 8 anni e a questa età iniziano anche a comprendere concetti di equità e pregiudizio.

La scuola in questa fase della vita gioca un ruolo fondamentale nei bambini e di conseguenza può porsi come ambito principale per comprendere e favorire l’integrazione di coloro che provengono da Paesi diversi, partendo dal presupposto che questi ultimi devono affrontare difficoltà di adattamento ad un contesto estraneo e spesso diffidente.

In America, continente con una storia d’immigrazione più vecchia rispetto l’Europa, già nel 1998 alcuni ricercatori (Dutton, Singer, Devnil)) avevano osservato come bambini stranieri inseriti in classi multietniche, rispetto a quelle monoetniche, scegliessero maggiormente compagni di altre etnie e sviluppassero una maggior consapevolezza della propria appartenenza ad un’etnia e del suo significato. I bambini inseriti in classi monoetniche invece mostravano un maggior orgoglio razziale che sfociava in una fatica nell’accettazione degli altri gruppi.

Partendo da queste considerazioni quale ruolo può avere la scuola italiana per favorire una reale convivenza tra bambini appartenenti a gruppi etnici diversi?

La scuola diventa la principale mediazione per fornire ai bambini immigrati strumenti culturali, ma anche favorire relazioni amicali tra bambini di diverse etnie (relazioni alla base di una reale integrazione).

La ricerca sopracitata aveva osservato come le scuole più efficaci fossero quelle che puntano al raggiungimento di obiettivi culturali e allo sviluppo di competenze sociali (come la negoziazione dei conflitti,  l’ascolto attivo e la comunicazione efficace, l’informazione rispetto al pregiudizio,…).

È importante inoltre che si stabilisca una buona relazione tra insegnanti e genitori di bambini immigrati: l’incoraggiamento genitoriale e gli sforzi degli insegnanti sono fattori fondamentali per facilitare l’adattamento scolastico in bambini immigrati. Se c’è una medesima visione tra genitori ed insegnanti circa il valore dell’educazione per il bambino diventa più facile raggiungere i propri obiettivi di vita.

E per i bambini del Paese ospitante quale valore aggiunto possono avere le classi multietniche?

Un’adeguata educazione culturale può insegnare a tutti i bambini (immigrati e nativi) la tolleranza, l’accoglienza ed il rispetto per l’altro. Conoscendo inoltre un compagno di un’altra etnia si scoprono abitudini, comportamenti e reazioni differenti dalle proprie, abituando così la mente ad aprirsi fin dalla prima infanzia ad uno sguardo sul mondo.  

Silvia Pallavera