All’interno del nostro contesto sociale l’infertilità di coppia risulta essere un fenomeno sempre più frequente. L’organizzazione mondiale della sanità stima che circa il 15-20% delle coppie dei paesi industrializzati, soffre di problemi di infertilità. Alla base del problema sembrano esserci non solo difficoltà di tipo medico ma anche sociali, legate al fatto che, nelle giovani coppie, il desiderio di procreare sembra arrivare sempre più in là con gli anni.
Quale differenza tra sterilità e fertilità?
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, una coppia si definisce:
- sterile quando uno od entrambi i coniugi sono affetti da una condizione fisica permanente che non rende possibile la procreazione;
- infertile quando una coppia non è stata in grado di concepire e di procreare dopo un anno o più di rapporti sessuali non protetti. Vi è anche l’infertilità secondaria nelle coppie che non riescono ad avere un bambino dopo aver avuto una prima gravidanza.
Cosa succede nel momento della diagnosi?
Un evento estremamente stressante è rintracciabile nel momento della diagnosi di infertilità. Questa può comportare sentimenti di shock e incredulità ma anche rabbia e disperazione. Senza ombra di dubbio è possibile dire che questo momento è paragonabile ad un vero e proprio lutto per la coppia, che si trova ad affrontare il sentimento di fallimento rispetto al proprio progetto generativo.
Questa sensazione di perdita riguarda non solo il “qui e ora” ma anche la proiezione di sé e della propria famiglia nel futuro.
Inoltre, la diagnosi va a minare l’identità maschile e femminile e comporta spesso reazioni diverse, proprio per via delle diversità di genere. Nel primo caso va impropriamente a toccare il tema della virilità, della potenza sessuale e della capacità riproduttiva. Per la donna, invece, viene negata l’esperienza della maternità in tutte le sue fasi, dalla gravidanza all’allattamento
Quali implicazioni per la coppia?
Dal punto di vista del “ciclo di vita della famiglia” l’infertilità viene identificata come un evento imprevisto ed è pertanto, necessario riorganizzare gli equilibri esistenti per far fronte a questa sfida inattesa.
Infatti, se pensiamo alla costruzione della famiglia alla base troviamo, nel più delle volte, il desiderio della coppia di essere generativa e quindi di procreare.
La coppia deve poi far fronte alle aspettative di tutta la famiglia allargata che spesso fa pressione per l’arrivo di un piccolo erede.
Un altro elemento importante da considerare è relativo al contesto sociale. Dal punto di vista amicale, molto spesso, la coppia è circondata da amici che staranno sperimentando l’esperienza della gravidanza e quindi l’arrivo di un bambino. La coppia si troverà quindi a vivere un sentimento d’isolamento per la mancanza di condivisione di questa esperienza. Sperimenterà, inoltre, una sensazione di mancanza di supporto poiché il contento amicale ridurrà i momenti di condivisione proprio perché impegnato nella cura dei propri bambini.
Come far fronte a questa condizione?
È essenziale che la coppia affronti ed elabori questo sentimento di perdita e cerchi di elaborare un altro progetto generativo. Tale progetto non deve per forza essere riconducibile ad un figlio, come nel caso dell’adozione o dell’affido, ma un qualsiasi progetto che si identifichi come terzo rispetto alla coppia. È quindi importante che la coppia non resti ferma al momento della diagnosi ma cerchi di adattarsi alla nuova condizione cercando nuovi contesti in cui investire evitando limitazioni sia nella vita personale che relazionale.
Dott.ssa Cristina Cavalli