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Una persona, se non vista, non può esistere… quale può essere il sistema relazionale che rende possibile l’esistenza di una persona? La famiglia: un individuo non può esistere solo perché un altro individuo lo definisce, non è possibile in tal senso far affidamento su una sola persona, ne servono almeno due o tre.

Il punto è che tutti abbiamo l’esigenza di vedere e di essere visti e quindi la famiglia risulta in questo senso in continuo movimento … e, dato che il modo più immediato per essere visti è parlare, la famiglia è in continua conversazione.

In questa conversazione nascono le storie familiari, le quali a loro volta possono definirsi pregiudizi familiari. Queste storie sono in continua evoluzione, cambiano sistematicamente e questo crea difficoltà: è l’origine della sofferenzae quindi il motivo per il quale la famiglia accede alla psicoterapia.

La famiglia in psicoterapia diventa così un ulteriore pregiudizio!

Lo psicoterapeuta si trova a questo punto di fronte a due alternative:

  • Capire cosa non funziona nel sistema familiare: è la strada più comune, cercare ciò che manca, ciò che è giusto, avere un’immagine della “famiglia normale”, per cui il terapeuta rischia di diventare un esperto, alla lunga una sorta di moralista, e quindi questocrea inevitabilmente resistenzanella famiglia.
  • Capire cosa funziona nel sistema familiare: la domanda che più incuriosisce e che diventa più utile per avviare un cambiamento è: “come fate a resistere di fronte alle difficoltà?”; il cliente diventa in tal senso un esperto e questa connotazione positiva non può che avere uneffetto terapeutico.

Il cambiamento in terapia significa offrire al nucleo familiare delle alternative, partendo proprio dai suddetti pregiudizi. Quindi non è il passato che determina il presente ma è il presente che determina il passato.

Elena Mulone