Nelle situazioni di violenza domestica, spesso le coppie sono così prese dai loro problemi che si dimenticano di avere un bambino tra le loro mura e “fingono” che non ne sia coinvolto.
In realtà in terapia capita spesso che bambini e ragazzi che hanno assistito ad episodi di violenza tra i loro genitori, non solo ne ricordino alcuni, ma li raccontino con grande carico emotivo. Proviamo allora ad immaginare come un bambino vive queste situazioni, immergendoci nei suoi occhi e nelle sue parole attraverso una fittizia pagina di diario segreto.
“Caro diario, come stai? Oggi è stata la più brutta giornata della mia vita, anche se ne ho tante, oggi è stata sicuramente la più brutta.
Tutto è cominciato ieri quando papà è tornato a casa dal lavoro. Io e la mamma eravamo a tavola, quando lui è entrato. Si vedeva che aveva la faccia arrabbiata e appena ha assaggiato la pasta che aveva preparato la mamma, ha iniziato ad urlare che era fredda e molle ed alla fine ha lanciato il piatto a terra. La mamma si è messa subito a pulire, ma lui l’ha spinta e se ne è andato.
Io l’ho abbracciata e lei mi ha detto che tutto andava bene e poi mi ha accompagnato a letto. Siamo stati vicini ed abbiamo chiacchierato abbracciati fino a quando mi sono addormentato.
Poi di notte un rumore fortissimo mi ha svegliato. Sentivo il papà urlare con una voce strana, ma la voce della mamma non la sentivo. Solo delle specie di singhiozzi.
Avevo tanta paura e non riuscivo a muovermi dal letto. Mi sono messo tutto sotto le coperte e mi sono messo il cuscino in testa, quei rumori e quelle urla non li volevo sentire ed ho iniziato a piangere.
Alla fine mi sono addormentato, ma stamattina a svegliarmi è stata la nonna.
Mi ha spiegato che la mamma era stata portata all’ospedale perché era scivolata su dell’acqua che c’era sul pavimento e si era fatta male. La nonna mi ha detto di preparare la cartella e mi ha detto che per qualche giorno dovevo stare con lei.
Ho chiesto di portarmi dalla mamma, ma la nonna diceva che la mattina non facevano entrare nessuno all’ospedale. Io ho iniziato a piangere così forte che alla fine la nonna all’ospedale mi ha portato.
Solo che quando sono entrato nella stanza dell’ospedale quella che c’era nel letto non era la mia mamma. Era una donna con il gesso al braccio e alla spalla e con la faccia viola e grossa. Quando mi sono avvicinato però ha aperto gli occhi e mi ha sorriso e l’ho riconosciuta, era lei la mia mamma.
Io le ho detto “mamma cosa ti è successo?” e la nonna ha iniziato a raccontarmi che era caduta perché c’era l’acqua sul pavimento e quando non si sta attenti questi incidenti succedono.
Ma io lo so, diario, il pavimento della mia casa era asciutto.
Silvia Pallavera