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Vi capita mai di parlare del vostro lavoro con amici, parenti o persone in generale? Immagino proprio di sì! Ecco… ogni volta che qualcuno chiede a me che tipo di professione svolga nello specifico, quando arrivo a nominare il laboratorio di Arti Integrate di solito la scena è questa: “Arti Integrate! Wow!”. Esclamazione seguita, con un certo sconforto, dalla domanda “… ma cos’è?”… e così mi ritrovo a raccontare le fantastiche avventure che vivo insieme ai bambini, dei mondi che esploriamo ad ogni incontro e della magia che avvolge la stanza in cui siamo.

La scoperta del mondo dell’infanzia

Bello!” – direte voi – “ma esattamente cosa fate?”… Ottima domanda! …Noi giochiamo! Si, giochiamo! Perché il gioco, grazie al piacere che procura, è il principale elemento che consente al bambino non solo di esprimere il mondo che lo circonda, ma anche di apprendere, di imparare a relazionarsi con l’altro, di scoprire sé stesso i propri limiti, di affrontare i conflitti interni e di mettere in gioco emozioni e paure attraverso la corporeità. Racchiudendo tutto questo in una sola parola, scopriamo la prima disciplina che compone le nostre Arti Integrate: la Psicomotricità, di cui mi piace sintetizzare il significato con la citazione di una frase di Bernard Aucouturier, ideatore del metodo che utilizzo:

Il bambino non gioca per imparare, ma impara perché gioca

La magia dei suoni e colori

C’è un tipo di magia, però, che per essere creata necessita di un piccolo aiuto… e quale aiutante può essere migliore di un fedele compagno al quale siamo profondamente legati (anche se inconsapevolmente!) sin dalla nascita? Siete curiosi di capire chi è, vero?… Ebbene, sono pronta a rivelarvelo… è il suono! I suoni che ci circondano, poiché vibrano ad una certa frequenza, sono la maggior fonte di condizionamento del nostro essere e proprio perché sono in grado di smuoverci così tanto nel profondo, sono anche i migliori alleati per aiutarci ad instaurare relazioni più intime. Ed è qui che entra in gioco la seconda disciplina che compone le Arti Integrate: la Musicoterapia, ossia l’utilizzo del suono e della musica come mezzi per migliorare i processi comunicativi e relazionali.

Ma manca ancora qualcosa per rendere davvero a tuttotondo questo laboratorio, e sono i colori! Già, perché, per fortuna, non  viviamo in un mondo in bianco e nero! Vediamo ogni giorno un’infinità di scenari differenti, composti dai materiali e dalle tinte più svariate, anch’esse capaci di generare un turbine di sensazioni ed emozioni. Oppure, al contrario, siamo noi stessi a dipingere (nella nostra mente o nel concreto) gli ambienti e i personaggi che popolano i nostri sogni. E quindi, è arrivato il momento di presentarvi il terzo elemento che compone le Arti Integrate: l’Arte stessa. Era proprio lei l’ingrediente mancante per permettere ai bambini di fare un viaggio completo attraverso i cinque sensi! Sicuramente ora vi chiederete: “tatto, udito, olfatto e vista, ok…ma con il gusto come si fa?”… mai provato a creare colori con i cibi?

Credo che la domanda, a questo punto, sorga spontanea: “come mai unire queste tre discipline? “La risposta è molto semplice: nonostante all’apparenza siano realtà differenti, personalmente credo che non sia così. Tutte, infatti, hanno come fine la relazione, l’esperienza e la conoscenza di sé e, per lo più, si servono di un linguaggio diverso da quello semantico che siamo abituati ad utilizzare quotidianamente, ossia il non-verbale. In altre parole, permettono ai nostri bambini di sperimentarsi e mettersi in gioco tramite modalità differenti, di mantenere viva la fantasia, di far emergere la creatività, di acquisire attraverso il divertimento i mezzi per superare le difficoltà della vita, e soprattutto di imparare a conoscersi e apprezzarsi nella loro stupenda e preziosa unicità.

Bene! Ora immagino abbiate le idee un po’più chiare su quello che sono le Arti Integrate, ma mi piace l’idea di lasciarvi con la citazione di una frase di Plutarco che, meglio di ogni altra, spiega fino in fondo ciò che sta dietro la realtà di questo laboratorio:

“Il bambino non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere.”

Elisa Costanzo