fbpx

Buona giornata a Voi tutti,

scrivo questa lettera per rendervi partecipi dell’enorme imprudenza che hanno commesso i miei illustri colleghi studiosi dei fenomeni dell’apprendimento. Non hanno minimamente considerato il contesto socio-culturale (esso è fondamentale a spiegare qualsiasi processo mentale!). Sento la necessità di sottolinearne l’importanza ed è quello che farò con questo scritto.

Partiamo col dire che le l’ambiente sociale (perché di questo parlo riferendomi all’ambiente) determina quali comportamenti, informazioni ed emozioni vengono imparati nel tempo.

Io ritengo che tutte le funzioni psichiche abbiano un’origine sociale. Questo per due semplici motivi! Innanzitutto esse vengono utilizzate per la prima volta durante le interazioni con gli altri ed in secondo luogo variano e si ristrutturano in base al contesto socio-culturale in cui il soggetto nasce e cresce.Io credo che il processo di apprendimento consista nell’interiorizzazione di processi osservati e vissuti dal soggetto grazie alle relazioni che intrattiene con i diversi individui della sua vita.

Grazie al mio buon amico M. Cole abbiamo scoperto come i bambini di un popolo dell’Africa risultavano tutti sotto soglia a seguito della somministrazione di un test dell’intelligenza (attenzione l’intelligenza va distinta dalla cultura) ma esibivano abilità elevate in tutti i compiti della vita quotidiana. Questo sembra impossibile se non adottiamo la prospettiva socio-culturale. Semplicemente il test era stato costruito per individui di cultura americana e conteneva rifermenti incomprensibili od inutili per gli abitanti di quel paese. Questo aveva impedito ragazzi di farne esperienza. Al contrario tutte quelle capacità legate alla propria cultura mostravano un buon livello di acquisizione. Pensate che enorme errore diagnosticare un ritardo mentale perchè non è stato considerato in contesto di vita!

Indagando più a fondo ho fatto un ulteriore scoperta. Le prestazioni di un individuo lasciato solo risultano solitamente meno buone di quelle che lo stesso soggetto ha quando viene affiancato da uno più esperto di lui in quel compito. Ho chiamato la distanza tra le due prestazioni zona di sviluppo prossimale.

Pensate alla possibilità di utilizzare tutte queste innovazioni nel campo dell’apprendimento scolastico. Pensate a una classe dove le lezioni frontali lasciano il posto a gruppi di discussione. Classi in cui i lavori di gruppo sono routine e i pari lavorano insieme aiutandosi l’uno con l’altro a sviluppare le competenze colmando le distanze nella prestazione tra i più e i meno esperti. Immaginate un passaggio di conoscenza basato sulla relazione e non più sul mero passaggio nozionistico (è stupefacente non negatelo! Quasi spaventoso se pensate ai sistemi d’insegnamento odierni).

Rimango in attesa dei vostri pareri e suggerimenti per migliorare le mie teorizzazioni.

Il vostro,

Lev Semenovic Vygotskij

31 luglio 1931, Mosca.

 

Orioli Alessandro Alberto