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Moltissime persone oggi dicono: “Ho l’ansia!”, con il risultato che questo termine venga inevitabilmente abusato ed utilizzato quindi per definire qualsiasi tipo di malessere emotivo e/o relazionale, perdendosi così il vero significato di questa parola.

La definizione corretta è la seguente:

L’ansia è un’emozione primaria e rappresenta una parte necessaria di risposta ad uno stress”.

Si tratta di uno stato psichico, prevalentemente cosciente, caratterizzato da una sensazione di intensa preoccupazione o paura relativa appunto ad una situazione di stress per l’individuo. L’ansia è una complessa combinazione di emozioni che includono paura, apprensione e preoccupazione ed è spesso accompagnata da sensazioni fisiche come palpitazioni, dolori al petto e/o respiro corto, nausea, tremore interno.

Si distingue dalla paura vera e propria perché l’ansia può essere aspecifica, vaga, conseguente ad un conflitto interiore.

Si distingue altresì dalla depressione: la persona ansiosa rimugina continuamente su scenari catastrofici che riguardano eventi o situazioni che si dovrebbero verificare a breve termine, mentre la persona depressa non ha paura del futuro poiché pensa che già a priori andrà tutto male.

L’ansia e le sue componenti

L’ansia è caratterizzata da varie componenti:

  1. Cognitiva che prevede l’insorgere di aspettative di un pericolo diffuso ed incerto.
  2. Somatica per la quale il corpo si prepara ad affrontare una minaccia: la pressione del sangue e la frequenza cardiaca aumentano insieme alla sudorazione mentre le funzioni del sistema immunitario e di quello digestivo diminuiscono.
  3. Emotiva per cui l’ansia provoca un’intensa sensazione di paura o panico.
  4. Comportamentale a causa della quale possono manifestarsi atteggiamenti o veri e propri agiti sia volontari sia involontari mirati alla fuga o all’evitamento della fonte dell’ansia.

In ogni caso va chiarito che l’ansia, come suddetto, è un’emozione primaria, comune a tutti, proprio come la felicità, la tristezza e la rabbia; non sempre è patologica.

Risulta patologica se continuativa, se, ad esempio, frequentemente si vivono:

  • Sensazione costante di pericolo
  • Apprensione
  • Difficoltà di concentrazione
  • Tensione fisiologica
  • Problemi di memoria
  • Disistima nei propri confronti
  • Inquietudine e moti di rabbia
  • Stato di preoccupazione continua ed esasperata
  • Disturbi digestivi, nausea e diarrea
  • Difficoltà ad addormentarsi e qualità del sonno disturbata
  • Respiro affannoso, palpitazione e sudorazione

Un disturbo d’ansia vero e proprio va diagnosticato e curato da esperti qualificati, psicologi e/o psichiatri, che aiutano la persona a comprendere e poi risolvere il problema in tutta la sua complessità.

Elena Mulone