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Il protagonista di “Wonder” e del romanzo omonimo scritto da R.J. Palacio nel 2012 è August Pullman, bambino di dieci anni affetto da una rara malattia genetica denominata Sindrome di Treacher Collins. L’autrice ed illustratrice americana durante la stesura del libro si è ispirata ad un evento realmente accaduto, ossia l’incontro casuale tra suo figlio di tre anni e una bambina affetta da tale patologia. Quindi, R.J. Palacio si è convinta a sviluppare una trama, considerando la prospettiva di coloro che vivono questa malattia nelle relazioni interpersonali.

La sindrome in questione comporta una deformazione bilaterale e simmetrica delle ossa zigomatiche o della mandibola, anomalie a livello palpebrale ed uditivo, oltre a difficoltà respiratorie e alimentari. Perciò, il trattamento della medesima viene effettuato in maniera multidisciplinare mediante interventi quali tracheotomia, operazioni maxillofacciali e ricorso a protesi acustiche. A tal proposito, il protagonista riferisce di essere stato sottoposto a circa trenta operazioni di vario genere.

August non ha mai frequentato la scuola elementare, poiché la madre (interpretata da Julia Roberts) si è volontariamente offerta di istruirlo a domicilio. Quindi, il bambino sperimenta una sensazione di paura a relazionarsi con il mondo esterno e i suoi svariati pregiudizi, tanto da abituarsi a coprire il volto con un casco protettivo. Entrando nel nuovo istituto la famiglia lo aiuta gradualmente a separarsi da tale elemento simbolico; risulta significativo ciò che la sorella maggiore gli sussurra all’ingresso della scuola: “Non puoi nasconderti se sei nato per emergere”. Ciò dimostra come August si trovi ad affrontare un percorso di crescita umana e non solo scolastica, volto a valorizzare le sue potenzialità uniche. Infatti, egli si dimostra particolarmente intelligente a scuola, capace di rispondere agli stimoli ambientali e con un buon livello di consapevolezza di sé.

Dalle prime interazioni con i nuovi compagni August deve fronteggiare commenti o azioni denigratorie in merito al suo aspetto esteriore; tuttavia, egli riesce a instaurare anche rapporti costruttivi e amicali basati su stima e rispetto delle peculiarità individuali. In modo particolare emergono due personaggi con punti di vista differenti, vale a dire il suo migliore amico Jack Will e Julian, bambino proveniente da una delle famiglie più facoltose della comunità. La loro contrapposizione è chiara dall’inizio: quando August viene accompagnato dai futuri compagni a visitare la scuola, Jack Will lo difende dalle domande provocatorie di Julian basate soltanto sull’apparenza esteriore.

Quest’ultimo diventa l’autore di numerosi atti di bullismo nei confronti del protagonista.

Ad esempio, il preside convocando i genitori assegna una punizione a Julian, in quanto sulla foto di classe oltre a messaggi di derisione il volto di August è stato cancellato mediante un’applicazione. Durante il colloquio emerge chiaramente come la famiglia abbia spinto Julian a schernire August in ogni modo possibile; secondo i genitori in una scuola non è ammesso accogliere individui con disabilità fisiche e/o intellettuali. Infatti, la responsabilità di un presunto malessere psicologico di Julian viene attribuita ad August. Perciò, si evince un comportamento della famiglia di Julian teso ad etichettare gli altri secondo schemi rigidi di pensiero.

La famiglia risulta essere una risorsa fondamentale per August, al fine di regolare stati emotivi di tristezza, rabbia e svalutazione di sé; in particolare, la madre è capace di rassicurarlo rispetto a quanti in futuro apprezzeranno la sua personalità. Quest’ultima costituisce una figura cardine nella vita del protagonista; la nascita di August e il relativo stato di salute hanno indotto la madre ad abbandonare le sue aspirazioni professionali, dedicando tempo ed energie unicamente al figlio e di conseguenza meno attenzioni alla sorella maggiore. Tuttavia, si può notare come nel corso della trama la figura materna si ponga l’obiettivo di concentrarsi anche su sé stessa, ad esempio concludendo un lavoro di tesi avviato in passato.

In base a quanto sopra esposto, si può intuire come nel fenomeno del bullismo il contesto familiare rappresenti un fattore di rischio o di protezione, cosi come le caratteristiche individuali di chi ricopre il ruolo di bullo o vittima, le relazioni con i pari, l’ambiente scolastico e sociale di riferimento.

Dunque, nel film è interessante notare l’antitesi tra le dinamiche familiari insite nelle vite di August e Julian.

Con l’evolversi della trama vengono a delinearsi prospettive differenti attraverso cui si narra la storia di August, ossia sé stesso, il suo amico del cuore, la sorella maggiore e la migliore amica di quest’ultima. Ciò significa che se non si apprezza di primo acchito una persona o situazione, è opportuno modificare il proprio sguardo ed essere aperti ad accogliere nuovi pensieri, emozioni, comportamenti, ecc., volti al raggiungimento di un equilibrio interiore.

Durante la cerimonia di fine anno scolastico August viene insignito del titolo di miglior studente, poiché secondo il preside è stato apprezzato da tutti per la gentilezza e forza d’animo; a questo proposito viene citata la seguente massima: “La grandezza non risiede nell’essere forti, ma nel giusto uso della forza. E’ il più grande colui la cui forza trascina il maggior numero di cuori grazie al richiamo del proprio. In altre parole, si può affermare che l’unicità di August abbia attratto le persone intorno a lui e di come la diversità sia un elemento di ricchezza per combattere pregiudizi, prevaricazioni, indifferenza e isolamento sociale.

Rispetto della diversità altrui, famiglia, bullismo, amicizia, ecc. Questi e altri sono gli spunti di riflessione che il film ci offre, motivo per cui si consiglia di proporne la visione in contesti quali scuole, oratori, ecc. con dibattiti per scambiarsi idee ed esperienze personali.

 

                                                                                                                                    Michele Locatelli